UN SEGRETARIO PROVINCIALE PCI...LATINOAMERICANOFILO
Nel 1983, alla veneranda età di 25 anni, venni eletto Segretario provinciale del PCI di Lecco. A quell’epoca era un partito già in fase calante, ci eravamo rinchiusi nel fortino assediato della politica dell’alternativa, la strategia del compromesso storico era fallita (mai effettivamente decollata), la lezione cilena non era stata appresa, gli assassini di Moro avevano svolto egregiamente il loro compito, l’effimero governo Andreotti aveva archiviato l’ancor più effimera solidarietà nazionale, il craxismo strabordava su una DC sbandata, "noi” eravamo mestamente tornati ai cancelli di Mirafiori, alla "diversità comunista”, alla questione morale, all’alternativa...: più che una ritirata strategica, una rotta…
In quel clima morì, da combattente triste, Enrico Berlinguer. Di notte ricevetti, come tutti gli altri Segretari provinciali della Lombardia, una telefonata dall’allora dirigente regionale Borghini, che ci informava del grave malore, dell’ictus durante il comizio a Padova. Ci mobilitammo subito (sapevamo ancora farlo) e i funerali a Piazza San Giovanni, attorno a quella bara, a quel vecchio signore con la pipa di nome Pertini, a quel sovietico sconosciuto (come si chiama? Gorbechoff?), furono uno dei più grandi raduni di massa mai realizzati in Italia.
Alle riunioni regionali, nella sede storica di Via Volturno(il "bottegone lombardo”), indette dal Segretario regionale Gianni Cervetti, a cui subentrò Roberto Vitali (che una decina d’anni dopo sarà con me a Managua al Congresso dei sandinisti), conobbi i miei "omologhi” delle altre Federazioni provinciali.
Con alcuni di loro ci ritroveremo anni e decenni dopo sulle tematiche latinoamericane: Marco Pezzoni, di Cremona, appassionato di politica estera con un occhio di riguardo verso il Sudamerica, che da deputato lavorerà alla riforma della legge sulla cooperazione allo sviluppo; Bobo Borroni, di Mantova, che dopo l’esperienza di senatore e di Sottosegretario all’agricoltura, si impegnerà in una associazione di solidarietà con i bambini cubani e latinoamericani, e che scriverà un gustoso libro "Renato Sandri, un italiano comunista” , sulla vita del suo concittadino; Beppe Crippa, di Bergamo, che da deputato sarà autore della legge italiana sulla cooperazione allo sviluppo e che, dopo una lunga parentesi nel mondo della cooperazione, e sempre attento alla politica internazionale, si dedicherà anima e corpo alla Bolivia, quale Console onorario nella sua città.
In queste riunioni regionali partecipava una compagna milanese, Dina Caprara, appassionata di Uruguay, e conobbi anche la giornalista, della redazione lombarda de l’Unità, Nicoletta Manuzzato che, anni più tardi, darà vita - con Mariella Moresco Fornasier - a varie attività culturali e d’informazione sull’America latina. E tanti altri: da Augusto Rocchi, che dopo il sindacato passerà a Rifondazione comunista, a Pietro Ichino, giuslavorista e poi deputato PD, a Borghini poi "berlusconizzato” come Sergio Soave e Ludovico "Vichi” Festa, a Marco Fumagalli e Gloria Buffo, a Giancarlo Bosetti, …
L’attività della federazione era scandita dalle campagne di tesseramento e autofinanziamento, dalle campagne elettorali, dalle attività a supporto dei nostri amministratori locali, dalle feste de l’Unità (queste erano sia autofinanziamento che iniziativa politica, attraverso le quali entravamo in contatto con la grande maggioranza degli elettori). In una festa provinciale del’Unità, a Lecco, festeggiammo gli 80 anni di Vera Ciceri Invernizzi , combattente antifascista.
Intanto il mio ufficio di Segretario provinciale si andava riempiendo di libri di autori latinoamericani, o sull’America latina. Per non parlare dei poster e chincaglieria varia.
Così come nella Chiesa cattolica tutti i Cardinali votano nel Conclave ma non tutti i Cardinali hanno il medesimo peso, nella "chiesa” comunista anche il Segretario della microscopica Federazione di Lecco (sui tre/quattromila iscritti, sic!), veniva convocato alle riunioni nazionali, alle Botteghe Oscure, dei Segretari provinciali, poteva anche andare a sedersi accanto a quello di Bologna, o di Firenze, o Milano, o Roma ma …i "pesi” erano ben diversi… Cosciente di questa banale verità, quando c’erano riunioni nazionali su questioni organizzative, o sull’assetto degli enti locali, o per decidere candidature, cercavo sempre di "sfilarmi” e di delegare qualcun’altro della Segreteria provinciale (tanto "noi” piccoli non avevamo voce in capitolo). Quando, invece, i temi erano quelli della politica estera, della lotta per la pace e contro i missili nucleari, della cooperazione e solidarietà internazionale, … allora facevo di tutto per andarci (sempre con la segreta speranza che si parlasse anche di America latina).
Seppi della nave della solidarietà, con una delegazione di giovani comunisti guidata da Massimo D’Alema, che portò aiuti al Nicaragua sandinista: ne fui entusiasta…
In occasione di questi incontri nazionali ascoltavo gli interventi di Giorgio Napolitano, di Renato Sandri, di Gianni Cervetti, di D’Alema, di Sergio Segre, di Antonio Rubbi, Romano Ledda, di Fassino, di Tom Benettollo, Massimo Micucci, Marisa Rodano, di Dina Forti, dell’allora responsabile per l’America latina, Claudio Bernabucci, e di tanti altri…Qualche volta intervenivo, ma il più delle volte ascoltavo, prendendo quintali di appunti (sono sempre stato un eccellente ascoltatore).
Venne a Lecco in quel periodo per una iniziativa pubblica, Piero Fassino, allora Segretario della Federazione di Torino, entrò nel mio ufficio e rimase colpito dai libri e manifesti riguardanti l’America latina… Se ne sarebbe ricordato più avanti.
Per via dei miei "trascorsi moscoviti” mi ero iscritto all’Associazione Italia-URSS. Ma, ovviamente, non mi facevo mancare nulla: dalla tessera dell’Associazione Italia-Cuba a quella dell’Associazione Italia-Nicaragua, strette nel portafogli insieme a quella del PCI (la prima!), della FIOM, dell’ANPI, ma anche dell’AVIS e dell’AIDO.
Fu così che in un numero del mensile dell’Associazione Italia-Nicaragua, leggendo un articolo firmato Luisa Morgantini, scoprii i "campi di lavoro volontari in Nicaragua”. Una vera folgorazione. Della Segreteria provinciale eravamo interessati in due: io e un altro ragazzo della mia età, Wolfango Pirelli, di Varenna, responsabile organizzativo (lo aspettava un futuro di ottimo sindacalista sia nazionale, nel sindacato scuola, che locale, guidando la Camera del Lavoro di Lecco). Andai io, e quel viaggio divenne per me molto importante, una specie di snodo.
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